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''Fino a quando crede che possiamo continuare con questo andirivieni del cazzo?''
Ultima modifica di come_musica : 04-02-2017 alle ore 20.47.09 |
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- Come sono gli australiani? - le chiedo.
- Come noi, grosso modo.... - Non è possibile, - ribatto, - neanche noi siamo più come noi. - Voglio dire che, al di là degli aspetti più superficiali, come la cucina, le abitudini, la lingua, alla fin fine.....cerchiamo tutti le stesse cose... - E loro le trovano? Un calcio in bocca fa miracoli Marco Presta pag.144
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...che tanto da qui devi passare. Io sono già vestito e pettinato che ti aspetto,Valentina...staremo insieme tutti i giorni che ci restano,che sono così tanti tutte le volte che li penso senza di te. |
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Nel corso degli anni che ho speso su questa terra ho imparato che nulla può restare per sempre com'era, e aspettarsi questo, ovviamente, è il più grande errore che una persona possa commettere.
Il cambiamento arriva, che lo si voglia o no, e in modi diversi. Accettarlo è fondamentale per riuscire a vivere con gioia su questo nostro pianeta.
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"quando sei nella stanza i miei pensieri non volano mai fuori dalla finestra: su di te sono sempre concentrati tutti i miei sensi."
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Noi siamo l'elemento umano nella macchina E siamo liberi sotto alle nuvole; Noi siamo l'elemento umano nella macchina E ci facciamo del male per abitudine.* Ultima modifica di Nicki : 11-06-2017 alle ore 12.03.13 |
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"Non si poteva pretendere che egli conoscesse certe cose essenziali della civiltà moderna: che la società capitalistica è la forma più possibile di cristianesimo. Che senza l'esistenza del male non vi può essere Cristo. Che la società capitalistica è fondata su questo sentimento: che senza l'esistenza di esseri che soffrono, non si possa godere interamente dei proprii beni e della propria felicità; che il capitalismo, senza l'alibi del cristianesimo, non potrebbe reggere."
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Dovessi dire che è bello sarebbe un'esagerazione,
ma non mi importa di esagerare perché per me è la fine del mondo e mi piace come non mi è mai piaciuto nessun altro.
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Tutti abbiamo paura. Ma se smetti di provare ad andare oltre, hai già ammainato la vela dell’esistenza e non sei più al comando del tuo vascello.
Nessuno vive a pieno regime: possediamo moltissime risorse inutilizzate e, tuttavia, le circostanze finiscono per rivelarsi il nostro alibi. In che senso? Le circostanze della vita -lutti, dolori, avversità, rovesci di fortuna, tradimenti, malattie-, che colpiscono indiscriminatamente ogni essere, per la maggior parte dell’umanità diventano macigni per non scegliere, per non agire. [...] Ciò che può renderci straordinari non saranno le nostre qualità intrinseche, ma le scelte che faremo. Eppure, la nostra mente ci fornisce costantemente scuse e giustificazioni per non compiere determinate scelte. La nostra mente tende a riportarci nel confortante schema di ciò che già conosciamo, anche se ci fa soffrire. Perciò, dobbiamo prestare molta attenzione alle domande che rivolgiamo a noi stessi. Se ci domandiamo: “ce la farò?“, Implicitamente la nostra mente sottintende la possibilità di fallire. Ma chiedendoci: “come ce la posso fare?“ Riveliamo uno spirito che ci crea una molla per l’azione. “Come ce la posso fare?“ È la domanda giusta. Pigrizia e paura: La pigrizia è costantemente giustificata dalla nostra mente e, quanto alla paura, ecco, la paura è connaturata al genere umano. Il 99% dei nostri simili, probabilmente come noi, teme la morte, il dolore, le malattie, teme di non essere amato (spesso a livello inconscio) e teme di fallire. Ma è esattamente la paura di fallire, ciò che farà di te un fallito. Perché la paura di fallire ti paralizza, non ti fa neppure tentare, ti conduce all’inazione. La vita in futuro non sarà più docile o più clemente nei nostri confronti. La vita proseguirà secondo le sue regole dinamiche, impermanente e fluida, in costante trasformazione. Perché in fondo la paura non è altro che una proiezione del nostro passato sul futuro. (Bushido- la via del guerriero)
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Voglio vivere ancora duecentocinquanta anni.
Vivere da lucertola, strisciare sui muri al sole, sdraiarmi nel prato a zampe in su e pensare che il cielo non esiste, è un fazzoletto azzurro sugli occhi. Voglio scappare da scuola, correre ancora nella biblioteca sotto i portici, a leggere libri che non dovevo leggere, i cui autori ringrazio. Voglio rivedere le piazze piene di rabbia, e certe sere, seduti sui gradini, a perder tempo. Certe sere in cui sentivi che, in un paese lontano, una fucilata ammazzava uno come te. Voglio imparare a suonare il sassofono, studiare medicina, vedere i marziani. A settant’anni è il minimo. Voglio sentire in una volta i nodi con cui sono stato legato al mondo, ogni volta che la mia vita si è incrociata con un’altra. Crollare a terra sotto questo felice groviglio. La felicità forse è un’altra cosa, ma quello che mi è passato sotto gli occhi, questi anni, non lo cambierei mai con niente. |
#130
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Non so se si sia mai reso conto di quanto quel momento sia stato importante per me.
Di come mi abbia effettivamente salvata da me stessa, da una disperazione assoluta. Forse lo sapeva ed era quello il suo intento. Ma in ogni caso fu come se un angelo fosse entrato nella mia vita con il suo pulmino di libri proprio al momento giusto, strappandomi da un posto orribile e portandomi in una terra lontana.
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«Non mi ricordo mai... che differenza c'è fra stalagmiti e stalattiti?» gridò Harry a Hagrid, cercando di sovrastare con la voce il frastuono del carrello.«Le stalagmiti hanno la 'm'» disse Hagrid.
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#132
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"Miagolare l'idioma degli umani è tabù".
Così recitava la legge dei gatti, e non perché loro non avessero interesse a comunicare. Il grosso rischio era nella risposta che avrebbero dato gli umani. Cosa avrebbero fatto con un gatto parlante? Sicuramente lo avrebbero chiuso in una gabbia per sottoporlo a ogni genere di stupidi esami, perché in genere gli umani sono incapaci di accettare che un essere diverso da loro li capisca e cerchi di farsi capire. I gatti sapevano, per esempio, della triste sorte dei delfini, che si erano comportati in modo intelligente con gli umani e così erano stati condannati a fare i pagliacci negli spettacoli acquatici. E sapevano anche delle umiliazioni a cui gli umani sottopongono qualsiasi animale che si mostri intelligente e ricettivo con loro. Per esempio i leoni, i grandi felini, obbligati a vivere dietro le sbarre e a vedersi infilare tra le fauci la testa di un cretino; o i pappagalli, chiusi in gabbia a ripetere sciocchezze. Perciò miagolare nel linguaggio degli umani era un grandissimo rischio per i gatti. Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare - Luis Sepúlveda |
#133
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O tenerezza umana, dove sei? Forse solo nei libri?
Izet Sarajlic* Inviato dal mio FIG-LX1 utilizzando Tapatalk
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![]() ![]() Fino all'ultimo attimo... |
#134
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E così accadde di nuovo, il miracolo quotidiano per cui l’interiorità si schiude e porta a maturazione il fiore da un milione di petali dell’essere, qui, nel mondo, con gli altri.
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